Un contatore pieno di … tasse

Miracoli del fisco: pensate, un metro cubo di gas naturale ha un costo estrattivo di 2 centesimi; al confine italiano il prezzo sale a 20 centesimi; al consumatore finale costa 65 centesimi. Come si spiega? La tariffa media nazionale riferita al gas, ha la seguente composizione: materia prima (gas) 32%; costo delle infrastrutture 17%, 8 % per la commercializzazione, e 43% per le imposte. Il costo finale del gas per il consumatore in Italia è così superiore del 25% rispetto alla media europea. Ma anche i consumi elettrici sono un ottimo affare per il Fisco: le relative imposte assicurano ogni anno 9 miliardi di euro. Il costo del KW per un utente italiano è circa doppio rispetto alla Francia e addirittura triplo rispetto a paesi come la Svezia.

Non basta: c'è anche una imposta mascherata sulla bolletta dell’elettricità, c’è una voce, CIP 6, che serve alla promozione delle fonti rinnovabili ma anche delle cosiddette “assimilate”, cioè fonti non rinnovabili camuffate come la bruciatura dei cascami del petrolio o l’energia derivata da spazzatura. Con questo trucco si stima che negli ultimi 20 anni i produttori di fonti assimilate abbiamo ricevuto contributi per circa 30 miliardi di euro pagati da tutti sulle bollette (costo, almeno 800 euro all'anno a famiglia).

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